23 Aprile 2024

Amministrative Castrovillari 2020: Cosa poteva essere ma – per adesso – non sarà

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Ridurre i problemi legati al futuro governo della città al solo nominativo del candidato sindaco ed ad operazioni algebriche tendenti al risultato, con tanto di avventurosi e repentini salti della staccionata, è stato il pessimo spettacolo al quale siamo stati, e siamo tutt’oggi, costretti ad assistere. Nessun cenno a logiche politiche, nessuna originalità nella proposta, nessuna capacità di attrarre interesse e nuovo consenso, nessun progetto che abbia insieme il crisma della necessarietà e della fattibilità. Ma che questo significhi che non poteva essere altrimenti è una falsità ed è solo bassa demagogia alla quale bisogna rifiutarsi di credere. In molti, dopo la mia partecipazione alla trasmissione di Kontatto Radio del 31 luglio, mi hanno chiesto cosa intendessi esattamente quando ho parlato della mia idea di costruire, per il futuro governo della città di Castrovillari, il cosiddetto modello “Ursula” ispirato alla attuale composizione della Commissione Europea sotto la guida di Ursula von der Leyen . Ebbene, uno dei primi obiettivi che avrei voluto centrare con questa proposta è proprio quello di vincere il luogo comune secondo il quale la politica, quella con la “P” maiuscola, non sarebbe più necessaria, che spesso si accompagna alla tentazione di cedere alle lusinghe della nostalgia e ritenere che non vi possano essere rappresentanze politiche degne di costituire il seguito di quelle gloriose di un indimenticato passato. Contrariamente a quanto si crede, penso che si debba fare appello al raziocinio ed alla lucidità e, invece di cercare il sollievo della sola pratica della lamentela, che si debbano ideare soluzioni politiche applicabili alla stato delle cose e soprattutto applicabili, in senso risolutivo, alle necessità più impellenti ed urgenti. La vicenda pandemia pare aver enfatizzato, ovunque nel mondo, ed anche a Castrovillari, lo scontro tra due visioni alternative, ovvero quella dello spirito nazionalista tendente alla chiusura, all’isolamento ed alla radicalità delle ipotesi risolutive, quello, cioè, che affonda le sue radici nelle paure e nelle preoccupazioni date dall’incertezza di un tempo veloce e velocemente mutevole, e quella fondata su un supposto spirito solidaristico, il più delle volte approssimativo ed irrealistico, malamente professato nel mentre viene tradito il prioritario obbligo di tutela e sostegno delle fragilità. Da noi, questa dualità di visioni può, molto sinteticamente, riassumersi nella ideologia di una destra populista e sovranista tendente ad eccessive semplificazioni ed una sinistra incerta, divisa in mille rivoli, priva di consistente identità ed in più occasioni traditrice delle lecite aspettative del proprio elettorato.  Il covid-19 ha enfatizzato, in tutta la sua drammaticità, come questo dualismo sia ormai divenuto anacronistico e quanto sia affetto da impotenza sostanziale e determini, per l’effetto, che le classi dirigenti finiscano per abdicare alle funzioni di responsabilità alle quali sono chiamate ed alle quali dovrebbero sentire il dovere di attenersi, invece di praticare mere operazioni di facciata, più dirette all’effetto comunicativo che all’intrinseca efficacia. In particolare a Castrovillari ho letto chiaramente, nello scenario politico vigente,  tanta e troppa nebulosità e melmosità, tanto attivismo diretto all’attuazione di progettualità sotterranee e personalistiche e nessuna voglia di cooperazione e dinamicità diretta al bene comune. In questo scenario, decisamente sconfortante, mi sono chiesta quale funzione potesse e dovesse svolgere una politica ispirata da vero e concreto riformismo, come quella che da tempo cerchiamo di attuare insieme al Forum Riformista Calabria. Mi sono chiesta, specialmente se, la frattura voluta ed attuata tra etica e politica, dovesse ritenersi insanabile e se vi fosse uno spazio per proposte realmente innovative ispirate da pensiero e, perché no, finanche da spiritualità.  Ne ho tratto, proponendolo come metodo operativo, che era necessario il superamento di una visione bipolare ormai consunta ed inadeguata, ed in ciò, ho ritenuto opportuno rilevare la necessità di una pratica riformista alternativa diretta a trovare una valida mediazione tra rispetto della libertà e doveroso senso di responsabilità, tra urgenze e progetto di futuro, tra progresso e garanzia di tutela dei diritti, delle identità e delle diversità. Ho ritenuto, in sintesi doveroso, intervenire, nel tentativo di riformarlo, su quello che costituisce uno dei più rilevanti mali della politica attuale, ovvero che i due poli contrapposti, nonostante le presunte diversità, condividono una univoca strategia di stabilizzazione e permanenza dello status quo ed a questo fine sono disposte ad attenuare il confine delle proprie diversità sino a dissolverlo. La partita che a Castrovillari, in questa occasione, a mio avviso avrebbe potuto e dovuto giocare il vero riformismo era quella di recuperare la complessità del reale, quella cioè che il populismo ed i personalismi intendono banalizzare. L’impulso riformista, avrebbe potuto, infatti, delineare una nuova visione dei problemi e delle opportunità in grado di trasformare in concretezze le enormi potenzialità del nostro territorio. Mi sono impegnata al massimo per proporre, purtroppo a distratti interlocutori, interessati più a proprie ambizioni che al destino dei nostri luoghi, il progetto di una mediazione, intellettuale e politica, fra la cultura socialista, quella liberale e quella popolare, per offrire al governo cittadino una rappresentanza idonea a dare le necessarie e difficili risposte ai problemi più specifici. Continuo a pensare che questa mia idea di governo cittadino sia nella direzione giusta e che sia anche utile a dare reviviscenza ai principi democratici che rischiano di essere minati e compromessi da scelte orbe e da arroccamenti improduttivi. Continuo a pensare anche che sia questa la via di un efficace piano politico e che anche il governo nazionale dovrebbe orientarsi in questo senso se vuole tutelare il rapporto con l’Europa,  rendere efficaci le politiche economiche e risanare il debito pubblico. Sarebbe stato bello se, in questa ottica, avessimo trovato maggior consenso e maggiore coraggio per tendere al cambiamento, perché così la nostra Castrovillari, avrebbe potuto essere anticipatrice di risposte ed antesignana di soluzioni. Il prossimo futuro imporrà al nostro Paese di intervenire su questioni fondamentali quali la legge elettorale che richiede di essere riformata così come richiedono di essere riformate le politiche della sanità, le norme sul finanziamento dei partiti, l’intero assetto d’imposizione fiscale, la giustizia, le norme che incidono sui livelli essenziali delle prestazioni, la gestione dei flussi di migrazione, il rapporto tra le diverse culture. In tutte queste delicate questioni, sarà necessaria la ricostituzione di un rinnovato e proficuo dialogo tra cittadinanza e rappresentanza politica. Immagino una politica nuova in quanto alternativa sia alla destra che alla sinistra, una politica disancorata dalle vecchie nomenclature e dalle esperienze ormai prive di sostanziale ed utile significato e, certamente, non rappresentative delle future necessarie alleanze. La mia visione per il futuro governo di Castrovillari, era e resta, quella di una leadership autorevole perché fondata su fiducia e lealtà e quella di un quadro dirigente plurale che compia scelte strategiche ed orientate e non demagogiche e disorientate. La mia idea di Castrovillari si realizza in una prospettiva di dialogo sereno e proficuo tra la cultura riformista, liberale e cattolica nel maturato convincimento che, nessuna di queste, da sola, possa essere ritenuta sufficiente ad interpretare le esigenze di un futuro complesso e complicato. E’ stato un vero peccato non incontrare forze sufficientemente interessate alla attuazione di politiche che guardino compiutamente al futuro con generosità e responsabilità, e non incontrare anime disposte a sfidare l’ovvio e le presunte certezze, ma la posta in gioco è alta, perché è alto il rischio del fallimento della solita bipolarizzazione, ed è per questo che, nonostante la mancata odierna necessaria adesione a questo progetto, la certezza della sua validità, ci vedrà vigili, attenti e fortemente impegnati alla sua prossima realizzazione.

Auguri a tutti, dunque, purtroppo con il timore che, se nulla cambierà, ne avremo realmente bisogno.

F.to

Avv. Francesca Straticò – Vice Presidente Forum Riformista Calabria

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