19 Aprile 2024

Un tuffo nel passato: il Torneo della Casermette

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Un pomeriggio trascorso a Kontatto Radio in compagnia di Antonio Pandolfi, sapiente padrone di casa, del Macedone e del Principe

La trasmissione inizia con la consegna di una targa ricordo al conduttore Antonio Pandolfi da parte del “Macedone”, Luigi Martino, del “Principe”, Damiano Covelli, di Michele Messina, di tutti quanti hanno partecipato a “I Casermette” e il ricordo di tutti coloro che non ci sono più. 

La prima curiosità viene subita svelata: il nomignolo “il Principe” gli è stato attribuito dal compagno di squadra Carmine Cecchetto, detto a sua volta “Annoni” e grande tifoso romanista, che vedendo il compagno di squadra muoversi in campo, gli affibbia il soprannome “il Principe”, parafrasando il numero dieci della Roma, Giuseppe Giannini. Da quel momento diventerà il marchio di fabbrica di Damiano Covelli, anche lui abituato ad indossare la maglietta numero dieci nella sua squadra.

Perché il “Macedone”? Salendo al campo, in compagnia di Leo Catucci, il Maestro, a bordo del mitico Joe, la 126 gialla di ordinanza, prima di un incontro contro la CAF di Michele Ammirati e Nicola De Marco, squadra forte che esaltava il carattere della Big Star. Luigi, che vede il calcio a 720 gradi,  scendendo dalla macchina, disse ai presenti: “È arrivato il Macedone.”

Cosa importa se il paragone voleva essere con Savicevic, montenegrino, e non con Darko Pancev, il centravanti della Stella Rossa vincitore della Scarpa d’Oro nel 1990-91? Ormai era nato il “Macedone”, capace di prodezze balistiche assolute come quello di segnare il miglior goal in un torneo estivo del 1993, rete premiata dallo stesso Damiano Covelli. Anche se candidamente lui stesso ammette che la rete più bella sia stata segnata da Pino Martino, “U Romano”, contro il sommo Massimiliano Tarantino, quando giocava nella file del Bari Club del compianto Violante. 

Le parole volano fra i saluti a Peppo Landi, il mister più vincente delle Casermette, capace prima di arrabbiarsi davanti ad una sostituzione al volo del Principe e poi di correre ad abbracciarlo dopo la rete della vittoria nei secondi finali dell’incontro. Allora nacque il gesto di togliersi la maglietta e appoggiarla alla bandierina. Gesto che sarà fatto proprio da Roberto Baggio qualche tempo dopo.

Il Macedone svela i segreti del suo contratto del suo numero dieci Emiliano De Sanzo: “I falli laterali li batto io, le punizioni pure e i rigori sono miei. Se pirdimu a culpa è vostra e se vincimo u merito jè tutto mio.”

“Il Resto del Calcio” è stata il primo giornalino pubblicato su un torneo capace di attirare l’attenzione di un pubblico sempre più ogni numeroso ogni fine settimana, si giocava venerdì sera, sabato pomeriggio e domenica mattina. Giornalino nato nel 1992, il primo numero usciva il 22 ottobre 1992, frutto di tanti sacrifici, anche perché la tecnologia di oggi non esisteva. Malgrado tutto la sua uscita era puntuale ogni mercoledì pomeriggio e il suo primo lettore era Raffaele Donnici, il “Re”. Verranno dopo “Calcio & Dintorni” dall’omologa trasmissione sportiva sulle Casermette che andava in onda ogni mercoledì alle ore 14,00 e condotta dallo stesso Antonio Pandolfi; “Football and Cricket News” e la “Voce del Valerio”.

Tanti i ricordi: il primo torneo del Valerio nel 1992 dedicato a Bonanni, la scoperta di Gennaro Scarpitta all’autostazione, destinato a diventare il portiere della Pro Matese. Mario Marrone, Franco Chiarelli, Antonio e Gaetano Pugliese, Francesco Pugliese, Franco Volpe i nomi di alcuni degli arbitri impegnati negli incontri del fine settimana. L’arrivo del pullman Santoro dal quale scesero i giocatori del Manchester guidati da Peppo Landi e dal Principe contro la CAF di Ammirati, riscuotendo l’applauso del pubblico presente. Cristiano e Antonello Esposito fondatori dell’OCM, della Comauto e del Barca; il Bar Di Vasto di Luca Parrilla, dove giocava il fortissimo Franco Fasano, uno dei tanti capocannonieri del torneo; il San Vito di Antonio Gazzineo e la San Vitese nata dalla costola della prima. 

Se il sogno mancato del Principe è stato quello di non aver mai ingaggiato Emiliano De Sanzo, Bobby Charlton. Il Macedone rivela i suoi due sogni: prima non aver mai ingaggiato Muttley, Gianluca Spinelli; il secondo: non aver mai giocato contro Luca Parrilla, nelle vesti di portiere dalla gradi doti, per potergli segnare una rete memorabile sotto l’incrocio.         

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