Il PSI di Castrovillari lancia un appello all’unità riformista per il futuro della città

“Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare sempre le stesse cose”
Questa frase potrebbe rappresentare il punto di partenza per il futuro politico della nostra città secondo la sezione del PSI di Castrovillari che continua a incontrare gruppi e associazioni in vista della stagione elettorale che si sta aprendo per la futura amministrazione della città.
La locale sezione ha incontrato nei giorni scorsi il gruppo dei Democratici per Castrovillari. Tanti gli argomenti trattati, partendo dalle cose fatte, e, da tutto quello ancora che si deve e si può migliorare, dalla realizzazione della riserva naturale, alla necessità della chiusura del ciclo dei rifiuti, dal turismo sostenibile, alla continua ottimizzazione e valorizzazione delle partecipate. Tutto ciò con la consapevolezza che per promuovere il bene di tutti bisogna proteggere le fragilità ma anche premiare competenze e merito, mettere cura, ma anche accettare le sfide, custodire la tradizione e allo stesso tempo avere anche coraggio.
Nell’incontro è emerso con chiarezza che non serve né un nuovo centro né la nuova sinistra, ma la capacità di tornare centrali all’interno della rappresentanza politica che crede nel progresso costruito sulle persone.
Il PSI con forza ribadisce che “non ci siamo aggregati per essere contro qualcuno ma per realizzare qualcosa”, in modo da offrire alla città la possibilità di scegliere nell’urna una lista che unisca il mondo del civismo e quello dei riformisti socialisti, per mettere una forza riformista unita al servizio della comunità.
Gli eccessivi distinguo, infatti, portano a frammentazioni e divisioni, le quali indeboliscono tutti.
Vogliamo partire da qui per costruire un’iniziativa politica, popolare. La storia dei riformisti in Italia è fatta di divisioni e solitudine, ma da oggi si deve svoltare.
La domanda c’è, ma gli elettori che non si rifugiano spaesati nell’astensione sono al momento divisi tra diverse forze politiche. Fuori dai partiti molte sono le realtà che operano con questi medesimi obiettivi, raccogliendo chi non trova risposte nei partiti.
Queste dinamiche dello spazio politico hanno avuto ripercussioni nel campo delle forze di ispirazione autenticamente europeista, riformista, liberale, socialista, popolare e democratica. Una crisi che riguarda soprattutto il lato dell’offerta politica, non quello della domanda.
Se questo è il quadro, non solo si apre uno spazio d’azione notevole per le forze riformiste, ma le chiama anche ad una responsabilità ancora maggiore verso la città: è dalla loro unità di intenti e riconoscibilità che dipende il successo di quella progettualità politica che è indispensabile per guidare la città del futuro.
Queste forze, però, ora non sono un campo politico coeso e riconoscibile; sono uno spazio ma non ancora una proposta e un progetto.
Questa è la sfida che hanno di fronte i soggetti che rifiutano la deriva populista e/o sovranista.
È necessario, anzi urgente, uno sforzo unitario. Compete ai veri leader, se sono veramente tali, l’onere di farsi promotori del miglioramento necessario per riconoscere che poiché l’obiettivo politico è comune, esso va perseguito agendo di comune intento, con pari dignità politiche. Questo il messaggio che ci sentiamo di mandare in particolar modo al partito di maggior rappresentanza del centrosinistra.
Lanciamo quindi un appello perché si metta in moto uno sforzo di sintesi per andare oltre i personalismi e integrare l’offerta politica.
È difficile, ma è questo il momento più opportuno per farlo e in questo modo raccogliere le migliori energie che sono lontane dall’impegno politico diretto, nel mondo del lavoro, del sociale, dell’ambientalismo riformista e dell’impresa.
E il leader? “Una vera leadership quando c’è, emerge”: senza predeterminazioni, dannose proprio al processo di costruire una squadra forte e coesa.
Tutte le leadership importanti si sono forgiate sul campo. In questo caso sarà colei o colui che riuscirà a tenere insieme realtà diverse e a condurre la propria gente da un ambiente che le è familiare ad un mondo che non ha mai conosciuto.